Hai mai fatto caso a come certe persone annaffiano le piante?
Non parlo delle piante del vicino, che quelle sono sempre più verdi delle tue.
Parlo proprio di come le bagnano.
Girano con la pompa dell’acqua a mo’ di pistola e zac, un bel getto d’acqua che sembra la doccia di casa tua il lunedì mattina quando sei in ritardo per il lavoro.
Ecco, se anche tu fai così, fermati un attimo.
Perché oggi, mio caro giardiniere in erba (non l’erba quella lì, malizioso), parliamo di come si fa davvero a dare da bere alle nostre piantine senza causare loro attacchi di panico.
Partiamo dalla premessa fondamentale: l’acqua si dà alle radici, non alle foglie.
Sembra semplice, vero?
Eppure, fidati, c’è un esercito di persone là fuori che ancora ignora questa semplice verità.
E allora te lo ripeto: la parte aerea della pianta, quella che vedi verde, rigogliosa e magari anche bella fiera che guarda al sole, non beve.
Lei respira, prende luce, si fa ammirare, ma non beve.
Bere è compito delle radici.
Facciamo finta che hai appena comprato delle belle piantine, magari per il tuo orto.
Per prima cosa, dovrai dissodare il terreno.
E attenzione, non mi fare la buchetta triste, quella appena accennata con due dita.
Dissoda bene il terreno, rendilo morbido, accogliente, proprio come il tuo divano dopo una giornata infernale.
Se hai dubbi su come procedere, ricorda questa massima di saggezza agricola contemporanea: “buchetta, terra morbida, leggera pressione e avanti, fatto”.
Un mantra zen per giardinieri pigri e orgogliosi di esserlo.
Quindi prendi le tue piantine.
C’è un trucco semplice ma geniale: mettile prima con le radici in ammollo in acqua.
Proprio come fai con i biscotti nel latte al mattino (diciamo la verità: chi resiste al biscotto bello zuppo?).
Le lasci lì qualche minuto, così che si impregnino bene.
Questa operazione assicura che il pane di terra intorno alle radici diventi subito idratato e accogliente, pronto per integrarsi alla grande col terreno che hai preparato.
Poi prendi la pianta, la inserisci nella buchetta che hai preparato e compatti delicatamente il terreno intorno.
Ora arriva il bello: devi annaffiare, ma attenzione, ti vedo già lì col diffusore pronto a fare l’effetto pioggia tropicale.
Fermo. Molla tutto.
Hai presente quel diffusore, quello che ti hanno venduto dicendoti che è “effetto pioggia”?
Ecco, lascia perdere.
Piuttosto annaffia con un getto continuo ma delicato, tutto attorno alla base della pianta, avendo cura di non bagnare troppo le foglie.
Se qualcuna si bagna, non è mica una tragedia greca, succede.
Però meno acqua arriva sulle foglie, meglio è.
Ti stai chiedendo perché?
Bravo, mi piacciono le persone curiose.
Vedi, annaffiare le foglie, specie nei periodi caldi, equivale praticamente a mandare inviti speciali a funghi e muffe che aspettano solo questo per attaccare le tue piantine.
Lascia le foglie asciutte e queste avversità avranno vita meno facile.
“Ma allora la pioggia? Quella bagna le foglie sempre!” obietterai tu, legittimamente.
Certo, hai ragione, ma la pioggia ha tempistiche e modalità che non sono le stesse dell’irrigazione artificiale.
La Natura sa dosare meglio tempi e quantità rispetto a te e alla tua pompa da giardino. Fidati.
Tornando alla nostra amata piantina: dopo aver annaffiato bene la base, la terra deve apparire quasi fangosa.
Una fanghiglia bella papposa, che quando premi col dito ci affonda facilmente dentro, come un coltello caldo nel burro.
Se invece trovi che il dito affonda con la stessa facilità con cui entri in banca di lunedì mattina, allora hai un problema.
Significa che hai dato poca acqua.
Aggiusta il tiro e prova ancora.
Ora un altro trucco da maestro giardiniere, che ti farà sembrare un professionista senza esserlo davvero (sì, lo so che è quello che volevi): metti sempre un po’ di pacciamatura (paglia, fieno, altro materiale organico) attorno alla base della pianta appena messa a dimora.
Questa operazione serve per proteggere il terreno dal sole cocente, tenere l’umidità giusta e contrastare il proliferare delle specie spontanee.
Praticamente come quando metti la crema solare per proteggerti dalle scottature, ma con meno sabbia e più efficacia.
E se ti capita di vedere un ragno nei paraggi?
Non lo schiacciare, non urlare, non chiamare i pompieri.
Il ragno è tuo amico, non un criminale.
Anzi, diciamocelo, vedere un ragno nell’orto o nel giardino significa fortuna e guadagno assicurato.
E tu sei mica matto da rinunciare a un po’ di fortuna in più, no?
Inoltre, quel simpatico aracnide si ciberà di insetti dannosi per le tue piantine, garantendo un controllo biologico gratis.
Cosa vuoi di più dalla vita?
Ecco, in fondo è semplice, no?
Dissodare, pianta bagnata, mettere nel terreno, annaffiare bene alla base, lasciare asciutte le foglie, pacciamare e ringraziare ragni e altre creature utili.
Tutto qui.
Anzi, dimmi, non ti sembra strano che in giro ci siano ancora persone che annaffiano le foglie come se fossero le radici?
Mentre le radici restano asciutte e poi le piante si seccano sotto il sole.
La prossima volta che vedi qualcuno annaffiare così, fai un favore a te, a me, a tutta la Natura e condividi questo articolo.
Ora vai, mettiti all’opera.
Le tue piantine ti ringrazieranno silenziosamente ma sinceramente.
E ricordati, nel dubbio: buchetta, terra morbida, leggera pressione e avanti, fatto.
Lo so, mi ringrazierai domani quando il tuo orto farà invidia al vicinato.
Autore: Roberto Massai
Natural Garden Designer & Tutor