Giardino Futuro - fiori bianchi
Giardino Futuro - fiori bianchi

Domande frequenti a Roberto

Ho raccolto nel tempo un po’ di domande che mi sono state fatte.

Ecco le mie risposte

Ecco le mie risposte

Roberto come fai ad essere così sicuro del tuo metodo tanto da garantirlo?

E’ molto semplice, non ho inventato niente di nuovo.
Ho avuto la fortuna di nascere e crescere in un contesto naturale.
Ho saputo osservare.
Ho studiato e preso spunto da altri con curiosità ed entusiasmo.
Verificando le nozioni teoriche sul campo, filtrandole, implementandole, sempre in relazione con l’ambiente naturale circostante.
La garanzia assoluta non esiste ma la natura mi ha insegnato che, assecondandola, le probabilità di successo sono altissime.

Perché per avere un bel giardino devo avere pazienza?

Le piante non sono oggetti inerti ma esseri viventi con cicli di vita variabili: ci sono piante che vivono un anno e alberi arrivano a mille.
La pazienza è la virtù migliore che puoi allenare in giardino.
Pensa il tuo giardino come ad un investimento finanziario: rendimenti veloci implicano un alto rischio di perdere tutto il capitale.
Un piano a lungo termine ben diversificato, sotto la guida di un buon consulente, può garantirti maggiori soddisfazioni.

Quali sono le piante più adatte alle future condizioni climatiche?

Le piante mediterranee!
Che sono tantissime e variegate.
Lasciamo perdere il modello inglese che neppure in passato si addiceva alle nostre latitudini.
Cambiando approccio, volgendo lo sguardo ad altri modelli di ambiente, vedrai che non sarà difficile scegliere e combinare le varie essenze.
Al resto ci penseranno le piante, in piena autonomia, come fanno in natura.
Un solo avvertimento: rispetta le loro tempistiche!

Come fa un giardino a stare bene senza acqua e concime?

Se guardi alla natura, per esempio al bosco, le piante se la cavano da sole e nessuno le annaffia o le concima.
Quelle che compriamo in vivaio sono un po’ “viziate”.
Hanno quindi bisogno di tempo per riadattarsi all’ambiente naturale.
I primi anni sono cruciali e, per esempio, un’annaffiatura calibrata è fondamentale.
Poi le piante cresceranno, sia di chioma che di radici, ed avranno modo di arrangiarsi.

Roberto come posso interagire con te e farti domande specifiche?

Se vuoi ottimizzare contattami per una consulenza o meglio per un percorso formativo.
Puoi entrare nel gruppo FB Giardino Futuro e partecipare attivamente alla tribù.
Prenderò spunti utili dai quesiti e dilemmi che mi vengono posti per produrre contenuti che poi condividerò.

Ho capito bene: il tuo metodo è garantito?

Certo!
Pianificando assieme e prefiggendoci obiettivi ragionevoli, seguendo i tempi e le modalità del metodo, considerando la possibilità di qualche imprevisto.
Mi piace paragonare la nascita e lo sviluppo di un giardino a quella di un bambino e alla sua crescita.
Posso accompagnarti nelle prime fasi come pure lungo tutto il percorso.

Se la tua consulenza non mi soddisfa veramente sarò rimborsato per intero?

Puoi starne certo!
Alla fine di ogni consulenza cerco il riscontro del tuo gradimento.
E’ per questo che tendo a dare un servizio esclusivo dedicandomi soltanto a poche persone alla volta.

Non pensi di esagerare o di essere troppo integralista?

Per scardinare un cultura di preconcetti e paradigmi fallimentari non posso prescindere dall’essere deciso e coerente.

Chi ti credi di essere? Possibile che tutti gli altri sbaglino tutto?

Non tutti sbagliano tutto.
Ma molti sì!
Potrebbe sembrare che mi sia montato la testa.
Sono una persona con radici umili.
Faccio giardinaggio, arboricoltura secondo principi che spesso fanno a pugni con un sistema che ormai, sotto gli occhi di tutti, risulta insostenibile.
Non sono un profeta o un predicatore, cerco di dare il mio contributo, con il mio lavoro, condividendo la mia esperienza, divulgando le mie conoscenze e cercando di trasmettere una consapevolezza diversa nel giardinaggio.

Davvero posso realizzare un giardino senza spendere una fortuna?

Proprio così!
Comunque anche se hai idea di realizzare un giardino che richieda un investimento di tutto rispetto, la soluzione migliore è quella di diluire nel tempo tutto il processo.
Ti permetterà di testare e aggiustare il tiro strada facendo, procedendo in tutta serenità.

Come posso mantenere un giardino senza acqua?

Basta selezionare piante che ben sopportano la siccità e al tempo stesso sappiano sopravvivere al freddo dell’inverno.
Non crederai alle tue orecchie nel conoscere la moltitudine di piante con queste caratteristiche.
Dagli alberi, agli arbusti, fino ad arrivare alle erbacee perenni.
Esiste la pianta giusta per ogni contesto e utilizzo, basta scegliere con criterio.
L’unica accortezza necessaria è un’adeguata preparazione del terreno.
Una pratica semplice ma spesso trascurata.

Roberto perché sei contrario al prato a rotoli?

Più che contrario lo sconsiglio vivamente per più ragioni.
Per produrlo vengono impiegati grandi quantitativi di acqua, prodotti chimici e macchinari. Il suo trasporto è impattante, necessitando spesso di mezzi refrigerati.
Rischia spesso di venire attaccato da malattie e quindi necessita di ulteriori trattamenti chimici.
Costa molto di più della semina. Meglio destinare qualche soldo, per esempio, nella preparazione del terreno.
Per finire se non ci sono alternative al prato a rotoli, che per lo meno sia fatto di macroterme (essenze stolonifere resistenti alla siccità).

Come faccio a risolvere malattie e parassiti senza fare trattamenti?

Questo è un tema molto delicato e per trattarlo non basterebbe un libro intero.
Facciamo una premessa:
quando distribuisci un veleno che sia un pesticida o un fungicida, sei generalmente focalizzato sui sintomi anziché sulle cause del problema.
Oltre a debellare il parassita, il patogeno, abbatti anche tutta la vita che popola il tuo giardino e che è preposta al suo equilibrio.
Quindi anche gli insetti, i funghi e gli organismi benefici, amici delle tue piante e che sono alla base dell’humus.
Uccidendo il bruco che mangia la foglia farai fuori anche il lombrico che concima la pianta. Lascerai la strada spianata all’arrivo di patogeni più invasivi e agguerriti.
Se le perdite sono contenute, la migliore strategia è non fare niente.
Lasciare che le piante si fortifichino in autonomia.
Oppure, se la situazione si fa drammatica, intervenire con prodotti corroboranti e naturali.
E’ molto meglio puntare sulla prevenzione, ossia massimizzare lo stato di salute generale, piuttosto che agire a posteriori con le cure.

Roberto perché sei contrario alle potature formali e le forme rigide, geometriche?

E’ molto semplice: perché le piante non ne hanno bisogno, anzi proprio ne soffrono.
Ogni taglio mal eseguito, poco rifilato, su grandi diametri, in epoche sbagliate, facilita l’ingresso di funghi responsabili della degradazione del legno.
Tutto lavoro in eccesso, spreco di energia, materiale di risulta da gestire.
Soldi e risorse spese male.
Conoscere le singole piante, rispettarne il portamento naturale, l’epoca di potatura, mantenendole vitali è quanto ti propongo.
Un approccio più complesso e meno scontato, non alla moda, ma paradossalmente più elementare, naturale ed economico nella gestione.

Qual è il miglior periodo per realizzare un giardino?

Realizzare un giardino è un percorso che ha bisogno di un discreto lasso di tempo e non si può certo esaurire in pochi giorni o settimane.
L’ottimale sarebbe prendersi un intero anno di tempo.
In primavera considerando il contesto ambientale, progettare e pianificare tutto. Fare visita ad alcuni vivai e prendere nota e prenotare le piante più adatte.
In estate realizzare tutte le opere fisse come muretti e camminamenti, gli impianti di irrigazione e illuminazione.
Poi preparare il terreno con le dovute correzioni, drenaggi, consolidamenti, livellamenti, false semine.
In autunno passare alla piantagione degli alberi, degli arbusti e delle piante più rustiche. Quindi alla semina del prato.
Alla fine dell’inverno iniziare le manutenzione e mettere a dimora le piante meno rustiche.
In questo modo puoi realizzare un giardino in divenire, avendo modo di testare e aggiustare il tiro mentre procedi.

Perché conviene prendere piante giovani e piccole?

Costano meno!
Sono meno viziate da irrigazioni e concimi.
Sono più vitali e hanno un apparato radicale pronto ad espandersi e colonizzare il terreno circostante.
Unica raccomandazione: tieni sempre a mente le dimensioni che raggiungeranno da adulte, lascia loro lo spazio adeguato per crescere sane, belle e sicure.

Se ho la possibilità economica e voglio anticipare i tempi mi merita investire in piante più grandi?

Assolutamente no!
Sono piante a rischio, con grossi problemi di adattabilità e attecchimento, paradossalmente con tempi di crescita più lunghi.
Necessitano di annaffiature e cure eccessive dopo un trapianto traumatico a seguito di innumerevoli anni di terapia intensiva in vivaio.
Per rientrare nei vasi, hanno quasi sempre apparati radicali menomati e ridotti. Nel caso di alberi di alto fusto, potrebbero verificarsi crolli o cedimenti, anche dopo tanti anni per radici che si sono malformate negli anni giovanili.

E’ meglio se faccio tutto da solo o se delego a un giardiniere?

Più che dalla manualità dipende molto dalla competenza.
Per essere competente serve unire la conoscenza all’esperienza.
Se devi fidarti del primo giardiniere arrivato che può saperne anche meno di te, ma con la presunzione di avere sempre ragione, allora puoi fare da solo. Investire in un percorso formativo può essere la soluzione per te.
Considera che ti potrà servire anche per valutare la reale competenza delle ditte a cui potresti rivolgerti nel caso non avessi tempo e mezzi per farlo in autonomia.

La sicurezza prima di tutto, a quali giardinieri affidarsi, quali dritte mi puoi dare?”

Come ben saprai, nel tuo giardino il datore di lavoro sei tu, con ogni responsabilità che ne consegue. Questo ancora prima di scervellarti sulla buona riuscita dei lavori.
Quindi ancor prima chiedi rassicurazioni in merito al professionista a cui ti rivolgi. Che la sua ditta sia in regola.
Fai caso e raccomandati che usi, durante i lavori più gravosi e a rischio, i dispositivi di protezione, e che non agisca in maniera azzardata e approssimativa.
Non avere timore a fermare i lavori, qualora non lo facesse in piena sicurezza, perché potresti rispondere in solido sia civilmente che penalmente.

Perché dovrei spendere soldi per una consulenza, cosa me ne faccio solo delle tue chiacchiere?

Perché anche solo acquisendo le pratiche base ed evitando le più deleterie, che subito ti indicherò, beneficerai di notevoli risparmi su più fronti. Anche economici.
Sono talmente sicuro di questo che, se dovessi rimanere deluso o interdetto, sarei disposto a rimborsarti.

Mi confondo sempre nel riconoscimento delle piante e ricordare per ciascuna caratteristiche e necessità. Cosa mi consigli?

Gli strumenti tecnologici ci sono di grande aiuto.
Ti basta usare lo smartphone per accede a una delle tante app per il riconoscimento delle piante, o altrimenti acquistare un atlante botanico.
Se non hai buona memoria ti consiglio di mettere dei segni di riconoscimento ( cartellini, etichette,ecc) sulle piante del tuo giardino una volta riconosciute.
Concentrati sulle tue piante poi passa a quelle spontanee delle tue zone. Di queste cerca di capire necessità e caratteristiche. Osserva dove naturalmente tendono a svilupparsi, l’esposizione al sole e ai venti, il livello di umidità del terreno, se amano i corsi d’acqua o le pietraie aride.
Con il tempo diventerai un vero esperto.

Ho comprato casa nuova e il terreno del giardino era già stato portato. Non sono sicuro ma sembra buono. Cosa dovrei fare per essere certo?

Ti consiglio di fare quanto prima un analisi chimico-fisica.
Spesso il terreno riportato dai costruttori non è di ottima qualità in quanto proviene da scavi di profondità, eseguiti per la costruzione di altre abitazioni e infrastrutture.
E’ probabile possa essere un terreno sterile da integrare con una parte organica, magari mettendo a dimora piante pioniere che ti aiutino a ricreare l’humus necessario per sviluppi futuri.

Quali sono i migliori attrezzi che dovrei comprare?

La stragrande maggioranza di giardinieri è molto focalizzata sull’attrezzatura.
Considera che un’azienda di giardinaggio fa dell’ottimizzazione del tempo e della riduzione della fatica un punto cardine.
Questo può finire per soffocare il vero valore, la vera essenza del giardinaggio.
Il giardino è il luogo di contatto fra te e la natura, un rifugio dagli stress della quotidianità. Lasciati assorbire dai suoi ritmi e suoni.
Affidati possibilmente ad attrezzi manuali o elettrici e limita al massimo quelli a motore a scoppio. Compra lo stretto necessario perché le protagoniste sono le piante e non le macchine!

Come faccio a far convivere i miei cani con la salute del giardino?

La flessibilità è d’obbligo!
Scegli una realizzazione che sia in linea con le loro esigenze e evita quelle piante troppo delicate, su quelli che sono i loro tragitti abituali.
Prediligi gli alberi e i cespugli, alle erbacee, crea dei camminamenti, delle strutture come aiuole rialzate, delle pietraie che proteggano le piante dal loro calpestio o dalla loro curiosità.
Il cane può essere parte integrante del tuo giardino!

Roberto sono allergico alle api, ci sono piante belle che non attirino questi insetti?

Partiamo dal presupposto che le api attaccano, nel novantanove per cento dei casi, solo chi cerca di accedere maldestramente al loro alveare. Quando pungono, come veri kamikaze, muoiono perché il loro pungiglione si strappa con buona parte dell’addome. Quindi non lo fanno mai gratuitamente.
Comunque ci sono tante piante da fiore che non attraggono le api come le ginestre, le rose, il salvione (phlomis), molte specie di gelsomini, e io te le saprò indicare.
Per le vespe, calabroni inclusi, il discorso è diverso ma non sono insetti impollinatori. Dovrai allora limitarti con le piante da frutto che fruttificano in estate che con i loro zuccheri li attraggono.

Mi piacerebbe tanto un laghetto ma la mia zona pullula di zanzare, non vorrei creare un allevamento? Cosa mi consigli?

Anche io non sopporto le zanzare.
Le zanzare necessitano di acque basse e stagnanti per potersi riprodurre. Il problema è correlato alla mancanza di predatori.
I pipistrelli sono assai pochi e poi si cibano degli esemplari adulti.
I pesci, nel laghetto, sono la soluzione dato ce si cibano avidamente delle loro larve. Le gambusie, ad esempio, sono minuscole e sopravvivono in un centimetro d’acqua. L’importante è che, pesci come questi, non possano raggiungere corsi d’acqua naturali colonizzandoli.
Preoccupati piuttosto di ispezionare tutti i tombini delle caditoie e se puoi mantienili asciutti in estate.
Elimina i sottovasi o preoccupati di eliminare l’acqua da questi.
Le zanzare riescono a prosperare presso i centri abitati perché lì in genere non trovano animali antagonisti.
Uccelli, libellule, lucertole, gechi, rospi, ragni ti daranno una mano.

Sono un ragazzo alle prime armi. Vorrei fare il giardiniere, ho già fatto il corso abilitativo ma non credo di avere abbastanza competenze ed esperienza per effettuare il mio lavoro in completa autonomia. Puoi aiutarmi?

Sicuramente sì!
Innanzitutto ti dico che il tempo è dalla tua parte.
Affiancati a persone competenti con un’attività già avviata.
Informati, partecipa a eventi divulgativi e formativi.
Ricorda che certe letture, che io ti posso indicare, fanno la differenza.
Sperimenta, senza focalizzarti sugli insuccessi.
Ma soprattutto se vuoi bruciare i tempi, per dar avvio alla tua attività, puoi contattarmi e programmare un percorso formativo.
Sarà il tuo trampolino di lancio.

Roberto saresti disponibile per un sopralluogo ed un incontro a quattr'occhi?

Certamente.
E’ la migliore soluzione in assoluto per valutare al meglio ogni aspetto.
Se sei veramente intenzionato a percorrere questa strada lo farò volentieri. Contattami per per fissare i termini dell’incontro.

In cosa consiste la progettazione condivisa?

E’ il metodo, per progettare e pianificare le operazioni necessarie alla realizzazione del tuo giardino.
E’ perfetto perché parte da te, dai tuoi obiettivi, dalle tue speranze, dalle disponibilità e dai limiti e caratteristiche del tuo ambiente.
Il tuo giardino sarà come un abito su misura!
E’ il modo per prendere confidenza con un mondo complesso e fantastico. Per poterne godere in piena consapevolezza.
Condividendo le tue idee, le tue preferenze si sposeranno con la mia esperienza e le mie competenze!
Senza sorprese o incomprensioni.

Prima di conoscere il tuo metodo ho buttato un sacco di soldi, lavoro e risorse. Sei uscito allo scoperto proprio adesso, dove eri fin ora?

Forse per me i tempi non erano maturi.
Mi limitavo ad esercitare le mie competenze nel lavoro pratico di tutti i giorni.
Un piccolo infortunio sul lavoro, la pandemia, sono stati occasione di riflessione ed approfondimento.
Ho pensato che avrei potuto dare un maggiore contributo alla tutela dell’ambiente, alla lotta ai cambiamenti climatici.
E’ stato così che ho realizzato quanto fosse importante divulgare le mie conoscenze sfruttando la forza dei social e di internet in generale.

Davvero sei in grado di realizzare giardini che stimolino tutti i sensi e che aiutino nella meditazione?

E’ la mia più grande ambizione.
La base da cui partire è che il tuo giardino sia naturale, semplice da gestire, salutare in ogni suo risvolto. Sostenibile per te e per l’ambiente.
Un angolo di natura, con le sue fragranze e suoni, a tua disposizione, per ritrovare una connessione intima tra l’ambiente e la tua essenza.
Luogo del risveglio dei sensi attraverso la meditazione, per sentire la pienezza della vita.

Come posso integrare al meglio l’orto in giardino?

Nei paesi anglosassoni, spesso, orto e giardino non sono affatto distinti e il termine “garden” che li indica, non per niente, è il medesimo.
L’Eden di Adamo ed Eva, per rifarsi alle origini, anche nell’immaginario comune, è una perfetta sintesi fra le due idee.
Nel corso della storia, spesso, si è mantenuto questo tipo di concezione perfettamente naturale.
Solo a partire dal Rinascimento, con la nascita del giardino all’italiana, e soprattutto in epoca moderna, si è avuta una netta separazione tra il giardino e l’orto. Questo anche nel tentativo di sottolineare la distanza tra la parte produttiva e contadina, con quella nobile e puramente di rappresentanza o ricreativa di certe ville.
Non è un caso se nel sei/settecento si afferma la moda fra i signori di incipriarsi il volto per sottolineare la loro diversità rispetto alla plebe abbronzata dal lavoro nei campi.
E allora per ritrovare una perfetta sintesi fra orto e giardino basterà rifarsi ad altri modelli, più antichi.
Semplicemente sarà sufficiente infrangere certi retaggi culturali che ci portiamo appresso.
Focalizzandoci su quanto le piante da orto possano essere belle come le zucche colorate, i lussureggianti spinaci, fagioli e piselli in fiore, variopinti peperoni e melanzane. Magari in simbiosi con rose e nasturzi, semplicemente evitando l’utilizzo di infrastrutture, nailon, reti, ferracci, che nella nostra testa e non nella realtà sembrano necessari per la prosperità dell’orto.

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