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Secondo te, un albero teme i chiodi?

Conficcare un bel chiodo nel  legno vivo di un albero può fare  una certa impressione.

 

Ho sempre pensato che i chiodi fossero  un male per agli alberi.

E, come me, molte altre persone lo pensano.

E forse anche  tu.

 

In fondo basta un po’ di sana empatia per pensarlo.

L’ immagine di venire  trafitto da una punta è tutt’altro che allettante.

 

Poi ho scoperto che mi sbagliavo.

Un albero può vivere benissimo con uno o più chiodi, una o più viti, addirittura con schegge di bomba,  tutti conficcati nel suo legno.

Sai una cosa?

 

La potatura è molto peggio.

Ogni taglio fatto è una ferita aperta, dalla quale possono entrare funghi dannosi per le piante.

Solo se i tagli sono di diametro contenuto e  rispettano il collare del ramo, l’albero riesce a chiudere le ferite.

Se poi la percentuale di massa fogliare viene ridotta drasticamente, l’albero potrebbe addirittura andare in stress.

 

E non solo.

Le  legature, se fatte strette e bloccate intorno alla corteccia, sono ancora peggiori.

 

Questo perché l’albero ogni anno cresce, oltre che in altezza e larghezza, anche di diametro e lo fa verso l’esterno.

Al suo interno ha un sistema circolatorio che permette alla linfa grezza (acqua e sali minerali) di salire dalle radici fino alle foglie, dove avviene la fotosintesi.

Così si trasforma in linfa elaborata ( sostanza zuccherina, nutrimento dell’albero) che torna indietro fino alle stesse radici.

E’ un processo simile al nostro sistema sanguigno.

Solo che gli alberi non hanno una pompa simile al nostro cuore.

Funzionano in modo molto diverso.

L’acqua assorbita dalla radici delle piante riesce a vincere la gravità, arrivando pure a ben oltre 100 metri di altezza  nelle sequoie, grazie  ad una depressione sulle parti terminali, dovuta alla traspirazione delle foglie.

E tutti questi flussi circolatori avvengono negli strati più esterni del legno, più vicino alla corteccia che non all’anima centrale.

 

Ecco perché una legatura serrata può nuocere ad un albero molto più che un semplice chiodo.

E’ come fosse  per noi un laccio emostatico.

Se viene fermata la circolazione per molto tempo, un arto potrebbe perdere la sua funzionalità.

Invece, come noi riusciamo a vivere lo stesso con una protesi, una vite in un osso, così gli alberi sopportano senza problemi  i chiodi e le viti nel legno.

 

Un po’ di tempo fa mi è capitato di vedere una bicicletta che era stata abbandonata vicino ad un albero.

E l’albero se l’era fatta sua.

Letteralmente inglobata al  suo interno.

La stessa sorte capita sovente a recinzioni, ringhiere, ferri, linee elettriche, sassi, muri, qualsiasi cosa.

 

Gli alberi crescono con una forza inarrestabile.

Temono soltanto  tre cose: le legature, le motoseghe, gli escavatori.

 

Pensaci la prossima volta che non sai come attaccare il filo del bucato.

E ricorda: meglio un chiodo, una vite,  prima di una legatura intorno al tronco.

 

Autore: Roberto Massai

Giardino Futuro - Roberto Massai Natural Garden Designer, Arboricoltore, Giardiniere.

Natural Garden Designer & Tutor

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