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Molti aspiranti giardinieri desiderano creare giardini che siano veri e propri capolavori, ma spesso si ritrovano improvvisati in questo mestiere affascinante.

Alcuni decidono di intraprendere un percorso più serio, come il sottoscritto, investendo nella propria formazione attraverso corsi specifici per diventare garden designer o addirittura frequentando corsi universitari per diventare architetti paesaggisti.

 

Perché non succede il contrario?

Perché non vediamo architetti paesaggisti diventare giardinieri, mettendo le mani nella terra e lavorando con fatica e sudore sotto la pioggia o il sole cocente?

 

Forse questa discrepanza è radicata nel retaggio culturale che ha plasmato la storia dei giardini nel corso dei secoli.

Fino a pochi secoli fa, infatti, i giardini più iconici sono stati concepiti da giardinieri: individui geniali, ma essenzialmente giardinieri.

Gli architetti, se così possiamo chiamarli, erano principalmente responsabili della progettazione delle strutture.

 

È possibile che gli architetti paesaggisti abbiano trasferito le loro competenze anche nel mondo del giardinaggio, iniziando con la progettazione degli spazi, la gestione dei livelli del terreno, la creazione di connessioni e opere idrauliche come scale, terrazze, fontane e padiglioni.

E poiché in passato le piante non erano considerate centrali nel design del giardino, è stato facile per loro tralasciarle.

Ancora oggi, spesso le piante vengono considerate semplicemente elementi decorativi anziché esseri viventi fondamentali per la vita del giardino.

 

Ecco perché sarebbe auspicabile avere più “architetti giardinieri“, professionisti che comprendano l’importanza delle piante e sappiano come farle convivere al meglio.

La sfida nel giardinaggio non sta tanto nell’organizzare gli spazi secondo capricci estetici, ma nel creare un ecosistema armonioso in cui le piante possano prosperare.

 

 

Una differenza sostanziale

C’è un’altra differenza rilevante che distingue il giardinaggio dall’architettura: nel giardino, oltre alle tre dimensioni spaziali, c’è una quarta dimensione da considerare, quella del tempo.

Progettare un giardino significa pensare al suo sviluppo nel corso degli anni.

Una competenza che si addice più a un giardiniere esperto che a un progettista seduto dietro una scrivania.

 

Personalmente, ho assistito più volte a dispute tra architetti che presentano progetti su carta e giardinieri che lavorano sul campo con le mani nella terra.

Molti difetti dei progetti emergono già durante la loro realizzazione e si amplificano nel corso degli anni.

Tuttavia, sembra che spesso si dia più credito al titolo di studio che all’esperienza pratica.

 

 

Il verdetto finale

Il giardino non mente e non si lascia ingannare da titoli o etichette; nel tempo, rivelerà ogni errore di presunzione.

È necessario più umiltà e pazienza nel giardinaggio per ottenere i migliori risultati.

Molti progetti partono con mille entusiasmi per poi naufragare, senza una gestione consapevole, nel corso di pochi anni.

Solo un vero giardiniere può dedicare la cura costante che il giardino merita.

 

Dobbiamo accogliere con favore chiunque abbia la passione e la competenza per esprimere le proprie idee, che si tratti di un giardiniere capace di disegnare su carta o computer, o di un progettista che comprenda veramente le esigenze delle piante.

 

Per tutti gli altri, è difficile capire come possano ancora meritare la fiducia dei committenti.

Forse è dovuto all’ignoranza, alla moda o ad altre ragioni, ma nel frattempo si continuano a sprecare risorse, a collezionare insuccessi e a alimentare dispute.

 

E poi ci meravigliamo di come vanno le cose, anche nel giardino.

 

 

 

 

Autore: Roberto Massai

Giardino Futuro - Roberto Massai Natural Garden Designer, Arboricoltore, Giardiniere.

Natural Garden Designer & Tutor

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