Ciao, sono Roberto, e oggi voglio fare due chiacchiere con te sugli alberi.
Sai, quelle meravigliose creature verdi che ci danno ossigeno, ombra e quel tocco di magia nei nostri paesaggi.
Con il cambiamento climatico che ci tiene tutti svegli la notte (non fare finta di dormire sereno), è scoppiata una moda: piantare alberi.
Ovunque. Sempre. A ogni costo.
Ma, come in tutte le mode, c’è un lato oscuro.
Oggi ti racconto una storia vera, vissuta di persona in un piccolo parco pubblico vicino casa mia.
È uno di quei luoghi dove il verde dovrebbe essere sinonimo di respiro, pace e bellezza. Invece, ho trovato un piccolo disastro in divenire.
Curioso? Ti spiego.
Quando gli Aceri Fanno la Ginnastica Artistica
Immagina una fila di giovani Aceri, tutti belli in fila come i soldatini di piombo.
Ora, indovina la distanza tra un albero e l’altro: quattro passi.
Hai capito bene, quattro passi miei, e non sono esattamente un gigante.
Ora, io non sono contro la vicinanza fisica, ma mettere alberi così stretti è un po’ come organizzare un pranzo di Natale in un ascensore: ci si pesta i piedi, si crea tensione, e alla fine qualcuno resta fuori.
Questi Aceri, crescendo, finiranno per soffocarsi a vicenda.
Sai cosa succederà?
Uno alla volta verranno capitozzati – che, tradotto, significa potati in modo brutale – fino a diventare un triste omaggio a ciò che potevano essere.
E per cosa? Per mancanza di spazio?
No, il parco è ampio.
Il motivo è semplicemente mancanza di pianificazione.
Ombra per il Calcio o per le Panchine?
Mi sono chiesto: “Perché qui e non là?”.
Forse hanno piantato gli alberi per dare un po’ d’ombra ai poveri ragazzi che giocano a calcio sotto il sole cocente?
No, perché il campo è lì, scoperto, e d’estate si cuoce.
Allora, saranno stati messi per fare ombra alle panchine?
Potrebbe essere.
Ma anche in quel caso, bastavano due alberi, messi a sei o sette metri di distanza, magari scegliendo specie con chiome più larghe.
E qui ti faccio una domanda: quante volte hai visto alberi piantati senza un minimo di logica?
Magari pure nel tuo giardino.
Hai mai pensato a quanto spazio serve davvero a un albero per crescere sano?
Errori del Passato, Lezioni per il Futuro?
Quello che succede in questo parco non è nuovo.
Negli anni ’70 e ’80, quando l’edilizia spopolava, si piantavano pini, cedri e magnolie come se fossero basilico.
L’idea era “pianta oggi, ci pensiamo domani”.
E infatti il domani è arrivato, con abbattimenti massicci perché quegli alberi, messi nei posti sbagliati, diventavano un problema.
Siamo sicuri di voler ripetere gli stessi errori?
Perché a me sembra che stiamo rifacendo il solito gioco.
Piantiamo alberi ovunque, senza criterio, e poi tra qualche decennio li abbattiamo perché “non c’era abbastanza spazio” o “danno fastidio alle strutture”.
Non è un po’ triste?
Non Basta Piantare: Serve Cura
Aspetta, non fraintendermi.
Sono felicissimo che si piantino alberi, davvero.
Ma piantare non basta.
Serve criterio, serve cura, serve visione.
Quando metti un albero in terra, stai facendo una promessa.
Una promessa di crescita, di vita e di bellezza.
Se però lo pianti senza criterio, quella promessa la rompi prima ancora di cominciarla.
Un esempio? In questo parco hanno usato dei tutori altissimi, il che va bene, ma sono esagerati.
Hanno messo il tubo per l’irrigazione, ottimo, e pure delle protezioni contro le frustate del decespugliatore, bravo chi ha pensato a questo.
Ma tutto questo non serve a molto se l’albero è piantato a due passi da un altro, in uno spazio che non gli permetterà mai di crescere come dovrebbe.
La Scelta delle Specie: Il Dettaglio Che Cambia Tutto
E poi, parliamo delle specie.
Non tutti gli alberi sono uguali.
Alcuni hanno chiome ampie, altri crescono dritti come fusi, altri ancora richiedono potature costanti.
Hai mai sentito parlare del gelso platanoide?
È una pianta fantastica per ombreggiare spazi ampi.
Eppure, viene spesso ignorato perché, diciamolo, non è “di moda”.
Quando scegli una pianta, devi pensare a lungo termine.
Non devi chiederti solo come sarà tra un anno, ma tra venti, trenta, cinquanta anni.
Troppo? Forse.
Ma se non lo fai tu, chi lo farà?
Cosa Puoi Fare Tu?
Ora, la domanda: cosa puoi fare tu?
Prima di tutto, informati.
Non piantare alberi a caso nel tuo giardino o, peggio, in spazi pubblici.
Chiediti: c’è abbastanza spazio?
La specie è adatta al clima e al terreno?
Ci sarà bisogno di manutenzione costante?
E soprattutto, pensa al futuro.
Non al tuo, ma a quello delle generazioni che verranno.
Vuoi che tuo figlio, o tuo nipote, trovi un albero rigoglioso sotto cui ripararsi dal sole, o un ceppo mutilato che racconta una storia di errori e trascuratezza?
Ti lascio con una riflessione: piantare un albero è un atto di speranza, ma anche di responsabilità.
E come ogni responsabilità, richiede attenzione, cura e un pizzico di lungimiranza.
La prossima volta che pensi di piantare un albero, chiediti: sto facendo la cosa giusta per lui?
E per chi verrà dopo di me?
Ricorda, il futuro del tuo giardino dipende anche dalle scelte che fai oggi.
Scegli bene.
Autore: Roberto Massai
Natural Garden Designer & Tutor