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Immagina di trovarti in un bel parco, con alberi maestosi e una fresca ombra che ti accarezza il viso.

Ora, guarda più attentamente. No, non sto parlando del panorama da cartolina, ma di quei poveri alberi costretti a vivere come in un condominio troppo affollato.

Ti sei mai chiesto che fine fanno le piante quando vengono piantate troppo vicine?

Te lo dico io: litigano, soffrono e, alla fine, ci rimettono tutti, alberi, noi, e anche il paesaggio.

 

 

Gli alberi non sono sardine

Prendi, ad esempio, il classico filare di tigli, ippocastani, querce rosse e magari pure un platano infilato a forza nello stesso metro quadrato.

Cos’hanno in comune? Sono tutti alberi di grandezza importante: parliamo di piante che, in condizioni normali, si prendono anche 30 metri di spazio per sentirsi a loro agio.

E invece? Eccoli lì, piantati a 5 o 6 metri di distanza, a malapena riescono a respirare.

Le chiome si accavallano, i rami si scontrano e, come in un condominio con le pareti sottili, ci sono litigi quotidiani.

Ma qui non parliamo di chi mette la musica a tutto volume, ma di foglie che non ricevono abbastanza luce, rami che si spezzano e tronchi che si deformano.

La competizione per lo spazio è spietata. Non ti sembra una metafora perfetta per la vita di oggi?

 

 

Quando i lampioni finiscono per fare la muffa

Ti sei mai accorto di come, in queste situazioni, gli alberi non solo soffrano, ma si trasformino in un problema?

Prendi quel faro che doveva illuminare la strada: completamente coperto dalla chioma del tiglio.

E quell’altro? Messo sotto l’ombra di un ippocastano. Risultato?

Né i pedoni vedono dove mettono i piedi, né i poveri lampioni possono fare il loro mestiere.

E poi c’è il rischio della capitozzatura.

Hai presente quei tronchi mozzati brutalmente, come se qualcuno avesse perso pazienza?

Ecco, quello è l’effetto della cattiva gestione.

La pianta, anziché crescere armoniosa, si trasforma in un attaccapanni.

Il problema? Questi rami monchi diventano pericolosi: con un colpo di vento, rischiano di cadere in strada.

Lo sapevi che spesso è proprio da qui che nascono incidenti evitabili?

 

 

Poche piante, ben distanziate

Allora qual è la soluzione? Piantare meno alberi, ma farlo con criterio.

Sì, proprio così. È meglio avere dieci tigli piantati a una distanza di 10-12 metri, piuttosto che venti, o più, stipati come sardine.

Vuoi sapere perché? Te lo spiego subito.

Gli alberi ben distanziati crescono meglio, sviluppano chiome sane, radici robuste e non hanno bisogno di continue potature correttive.

E poi sono più belli, non trovi?

Una chioma armoniosa, con rami ben distribuiti, è una gioia per gli occhi e per l’ambiente.

E non credere che sia solo una questione estetica.

Gli alberi, se messi a distanza adeguata, fanno meglio il loro lavoro: assorbono CO2, catturano le polveri sottili e producono ossigeno.

Non è per questo che li piantiamo?

Allora perché complicarci la vita piantandoli male?

 

 

Il segreto è tutto nei primi anni

Sai qual è il momento più importante nella vita di un albero?

I primi anni. È lì che si gioca tutto.

Pensa a una pianta giovane come a un neonato: ha bisogno di cure, attenzioni e spazio per crescere.

Preparare bene il terreno, fare una buca di dimensioni generose, irrigare con costanza e pacciamare per proteggere il suolo sono passi fondamentali.

E poi, qualche taglio di allevamento: piccoli interventi per eliminare biforcazioni e difetti quando la pianta è giovane.

Così eviti di dover usare la motosega quando sarà troppo tardi.

E vogliamo parlare della scelta al vivaio?

Quante volte capita di portarsi a casa piante già compromesse, con biforcazioni multiple, strutture  deboli o radici inesistenti?

Prendi sempre piante con un fusto centrale ben definito e rametti laterali armoniosi. Hai presente la forma di un albero di Natale: più è proporzionato, meglio è.

 

 

Gli alberi sono specchi della terra

Un’altra cosa che forse non sai è che la crescita di un albero è direttamente proporzionale alla salute delle sue radici.

Se le radici trovano un terreno fertile, con umidità e nutrienti, l’albero crescerà vigoroso.

Ma se il terreno è compatto, povero e mal preparato, l’albero rimarrà rachitico.

E no, non importa quanto sia grande al momento della piantagione: se le radici non si ambientano, non ci sarà futuro.

Quindi, il mio consiglio? Punta sulle piante giovani.

Costano meno, si adattano meglio e, con il tempo, supereranno in salute e bellezza quelle piantate già grandi ma in condizioni sfavorevoli.

 

 

Alla fine, piantare alberi non è solo una questione di estetica o di utilità pratica.

È un gesto di responsabilità verso il futuro.

Stai piantando per te, certo, ma anche per chi verrà dopo di te.

E allora, non vale la pena farlo nel modo giusto?

Non è meglio investire un po’ di tempo e attenzione oggi per avere un giardino sano e armonioso domani?

Pensa agli alberi del tuo giardino come a compagni di vita.

Dà loro spazio, cura e tempo.

Loro sapranno ricompensarti, con ombra nei giorni caldi, aria pulita e una bellezza che ti accompagnerà per decenni.

Adesso che sai anche queste cose fondamentali, hai già pensato a come migliorare il tuo giardino?

Fammelo sapere, se vuoi, scrivendomi all’indirizzo di posta robertomassai@giardinofuturo.it

 

 

 

Autore: Roberto Massai

Giardino Futuro - Roberto Massai Natural Garden Designer, Arboricoltore, Giardiniere.

Natural Garden Designer & Tutor

 

 

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