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Hai mai pensato che, mentre stai annaffiando quelle adorabili piantine nel tuo giardino, potresti stare decidendo il destino del pianeta?

Sì, suona un po’ drammatico, lo ammetto, ma prova a pensarci un secondo. Ogni azione che facciamo nel nostro piccolo angolo verde ha conseguenze che vanno ben oltre la nostra recinzione o balcone.

Sostenibile, una parola che si sente ovunque ultimamente, ma quando si tratta di giardinaggio, che significa davvero?

Prenditi un momento per riflettere sul tuo giardino o anche solo sul vaso di basilico che tieni in cucina.

Sai da dove viene la terra che hai usato?

E l’acqua? No, non ti sto giudicando, ci siamo passati tutti.

Ho passato anni a ignorare tutto questo, comprando la terra più economica al garden center, innaffiando a caso e lamentandomi del perché le mie piante non crescessero come quelle di Instagram.

Ma poi mi sono fermato a riflettere, e sì, il giardinaggio sostenibile mi ha aperto un mondo.

 

Il mito del giardiniere eco-eroe

Ora, non sto dicendo che dobbiamo trasformarci tutti in eco-eroi con mantelli fatti di foglie e guanti biodegradabili.

Anche se, ammettiamolo, l’idea di un supereroe del compostaggio sarebbe fantastica.

Il punto è che ci sono tanti piccoli gesti che possiamo fare per essere più consapevoli.

Non serve rivoluzionare il tuo giardino da un giorno all’altro, nessuno te lo chiede.

Ma possiamo iniziare a fare scelte più intelligenti, un passo alla volta.

E, soprattutto, senza stress.

Perché alla fine, chi ha detto che sostenibile debba essere sinonimo di faticoso?

Non è che dobbiamo diventare tutti dei fanatici del riuso di tutto (anche se, francamente, riutilizzare il tè usato come concime è una di quelle cose che ti fa sentire un genio del male).

È più una questione di piccoli cambiamenti che, sommati nel tempo, fanno la differenza.

 

Il dilemma dell’acqua

Ora, parliamo di acqua, la linfa vitale del giardinaggio.

Quanta ne usi?

E, soprattutto, da dove viene?

Se ti affidi alla classica innaffiatura dal tubo, potresti stare sprecando più risorse di quanto immagini.

Sai che l’acqua potabile che usiamo per annaffiare potrebbe, in realtà, servire meglio per… beh, per bere?

Una delle prime cose che ho fatto per rendere il mio giardino un po’ più green è stata installare un sistema di raccolta dell’acqua piovana.

Non serve un mega impianto.

A volte basta anche solo mettere un secchio sotto la grondaia e voilà, hai una riserva d’acqua che Madre Natura ti ha gentilmente donato.

E poi, c’è il trucco della pacciamatura.

No, non è una parolaccia strana, tranquillo.

È solo una tecnica di copertura del terreno che mantiene l’umidità e riduce la necessità di innaffiare costantemente.

Pacciamare è come mettere una coperta alle piante, le tieni al caldo e felici, e allo stesso tempo risparmi acqua.

Ti sembra abbastanza sostenibile, non trovi?

 

Terra, dolce (o amara) terra

E poi c’è la terra.

Lo so, quando vai al garden center, la tentazione è di prendere il sacco più economico e più grosso.

Ma ti sei mai chiesto da dove viene quella terra?

Spesso, il terriccio che compriamo è ricco di torba, che sembra ottimo per le piante, ma la sua estrazione è devastante per le torbiere, uno degli ecosistemi più importanti del pianeta.

Sì, quella torba che pensi stia aiutando i tuoi fiori è in realtà la rovina di interi habitat naturali.

La soluzione? Cercare alternative senza torba.

Non è impossibile trovarle, solo che non sono sempre le prime a finire sugli scaffali.

E se ti senti particolarmente avventuroso, puoi creare il tuo compost.

Lo so, lo so, l’idea di un mucchio di rifiuti organici che fermentano nel tuo giardino non è proprio glamour, ma c’è qualcosa di davvero soddisfacente nel sapere che stai creando terra viva dal nulla, solo con scarti che altrimenti finirebbero in discarica.

In pratica, sei come un piccolo mago del ciclo della vita.

 

Biodiversità: più che un termine alla moda

E poi c’è la questione della biodiversità.

Ah, la biodiversità, quella parola che suona tanto complicata quanto importante.

Ma in fondo è semplice: più varietà hai nel tuo giardino, meglio è per l’ambiente.

Piantare solo petunie, per quanto siano belle, non aiuta molto.

La natura ama la diversità, e anche gli insetti impollinatori.

Senza di loro, addio fiori, frutta e verdura.

Quindi, perché non sperimentare con piante autoctone?

Le piante locali non solo sono più resistenti (meno lavoro per te), ma aiutano anche la fauna del posto.

E se vuoi fare il vero salto di qualità, potresti creare un angolo del giardino dedicato agli insetti, con piante che attraggono api, farfalle e altri impollinatori.

Forse ti stai chiedendo, ma davvero devo invitare tutti questi insetti nel mio giardino? Non è che mi invadono?

Tranquillo, non verranno tutti in una volta, ma creerai un piccolo ecosistema che si bilancerà da solo.

 

Il lusso del disordine

Un’altra cosa da considerare è che non tutto deve essere perfetto.

Viviamo in un’epoca in cui Instagram ci ha convinto che i giardini debbano essere immacolati, con aiuole tagliate al laser e zero foglie fuori posto.

Ma sai una cosa? La natura funziona in modo diverso.

Un po’ di disordine è normale, anzi, è salutare.

Le foglie cadute? Ottime per creare humus.

Le erbacce? Alcune sono più utili di quanto pensi, attraggono insetti utili e mantengono il terreno stabile.

Quindi, la prossima volta che vedi quel piccolo angolo del tuo giardino un po’ più selvaggio, forse non dovresti correre a sistemarlo.

Magari ti accorgi che quel disordine apparente sta lavorando per te, non contro di te.

 

Piccoli cambiamenti, grandi risultati

Alla fine della giornata, il giardinaggio sostenibile non è altro che fare scelte consapevoli.

Non ti sto dicendo di rinunciare a tutto e diventare un eremita green.

Basta fermarsi a riflettere un po’ di più su quello che facciamo.

Prendersi sempre la responsabilità delle nostre azioni.

Che tipo di piante scegli?

Come le annaffi?

Come nutri la terra?

Sostenibile non significa perfetto, significa essere consapevoli e cercare di fare del nostro meglio con quello che abbiamo.

Significa ottenere il massimo lasciando del margine anche per chi verrà dopo.

E ricorda: il futuro del tuo giardino, e del nostro pianeta, dipende anche dalle scelte che fai oggi.

 

 

 

Autore: Roberto Massai

Giardino Futuro - Roberto Massai Natural Garden Designer, Arboricoltore, Giardiniere.

Natural Garden Designer & Tutor

Giardino Futuro - i 10 fondamenti del giardinaggio sostenibile

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