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In una bella casa di campagna immersa nel verde, viveva un uomo che odiava il cambiamento.

Voleva il suo giardino perfetto, uguale per sempre, scolpito nel tempo come una statua di marmo.

Nessuna foglia fuori posto, nessuna pianta ribelle.

Per questo chiamò Sir Robert, il miglior garden designer sulla piazza.

“Voglio un giardino che non cambi mai,” disse l’uomo.

Sir Roberto lo fissò come si guarda un matto che ti chiede di fermare il vento con le mani.

Vuoi un giardino finto, allora.”

“No, voglio un giardino vivo, ma immutabile.”

Sir  Robert sorrise di sbieco. “Ah, come un pesce rosso imbalsamato. Sembra vivo, ma è morto.”

L’uomo si irritò. “Sei qui per lavorare o per fare il filosofo?”

“Entrambe le cose,” rispose Sir Robert. E si mise all’opera.

Creò un giardino perfetto. Simmetrico, piante selezionate al millimetro, nessuna erbaccia, nessun angolo selvatico.

Anche il giardino era del tutto in dissonanza con il paesaggio circostante l’uomo, che avrebbe voluto fermare il vento, era felice.

Poi arrivò l’autunno.

Le foglie caddero. L’uomo le fece raccogliere.

Arrivò l’inverno. Il gelo bruciò le aiuole troppo delicate.

L’uomo piantò di nuovo tutto, spendendo una fortuna.

Arrivò la primavera. Semi portati dal vento fecero spuntare erbacce indesiderate. E l’uomo spruzzò veleni.

Arrivò l’estate. Il prato assetato d’acqua si seccò come un deserto.

L’uomo aumentò l’irrigazione, le bollette salirono alle stelle.

E così, stagione dopo stagione, l’uomo combatteva la Natura, e la Natura rideva di lui.

 

Un giorno, esausto e frustrato, chiamò di nuovo Sir Robert.

“Il tuo giardino perfetto mi sta distruggendo. È una guerra continua!”

Sir Robert lo guardò e scosse la testa. “Non è il giardino che ti sta distruggendo. Sei tu che stai combattendo qualcosa che non puoi vincere!

L’uomo si passò le mani tra i capelli. “E cosa dovrei fare? Arrendermi?”

“No,” disse Sir Robert. “Dovresti smettere di fare il dittatore e diventare un alleato.

Un giardino non è un esercito da comandare.

È una danza. Tu puoi decidere i passi, ma è la Natura che dà il ritmo.”

L’uomo sospirò.

Provò a guardare il giardino, non come un padrone, ma come un ospite.

Per la prima volta, smise di combattere e iniziò ad ascoltare.

E il giardino, finalmente, fiorì davvero.

 

 

 

Autore: Roberto Massai

Giardino Futuro - Roberto Massai Natural Garden Designer, Arboricoltore, Giardiniere.

Natural Garden Designer & Tutor

 

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